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Alkaest

Alkaest Luigi Vernacchia, responsabile e preparatore del Laboratorio Spagyrico Alkaest di Viareggio, produce Rimedi Spagyrici secondo la tradizione Paracelsiana e Glauberiana. Ha iniziato lo studio e la pratica della Spagyria insieme a Augusto Pancaldi di Ascona nel 1982 e dal 1984 al 1994 ha fatto parte dell’affiliazione Scolazaref in Francia, dove ha praticato soprattutto Spagyria Metallurgica. Dal 1995 continua le sue ricerche individualmente proseguendo lo studio dei testi della tradizione e la sperimentazione sulle materie dei vari regni di natura approdando nel 1999 all’apertura del Laboratorio Alkaest che produce due preparati Spagyrici: la Quintessenza Spagyrica e il Macerato Glicerico Spagyrico. La Quintessenza Spagyrica si ottiene canonicamente attraverso complicati passaggi che prevedono numerose operazioni di distillazione, di rettificazione, di calcinazione, di circolazione, ecc., con grande scarto di materiale e di impegno. Nella norma si prevedono quattro operazioni: estrazione dell’olio essenziale e sua purificazione preparazione dello spirito e sua rettifica estrazione dei Sali e loro elaborazione circolazione Il primo passaggio prevede l’estrazione degli oli essenziali che può avvenire in corrente di vapore o per spremitura a freddo. Il metodo per spremitura è molto semplice da capire, basta strizzare la buccia di un agrume per vedere uscire l’olio suddetto. Il metodo in “corrente di vapore” prevede invece una strumentazione più complessa. Bisogna prendere un contenitore grande in cui mettere dell’acqua fresca di fonte fino a una certa altezza (circa un terzo). Con una rete d’acciaio inossidabile si distanzia la pianta prescelta dal fondo del contenitore. Si procede chiudendo in alto con un raccordo che possa collegarsi a un separatore. Sopra al separatore vanno messi i refrigeranti per la ricaduta dell’acqua e (soprattutto) degli oli essenziali che si accumuleranno nel separatore. Ne esce la parte aromatica della pianta che contiene il profumo e il colore come qualità individuali. Così, l’olio essenziale ottenuto, deve essere più volte ridistillato con acqua di fonte al fine di lasciare lentamente, nelle varie operazioni, le parti più terrestri nell’acqua stessa. Il residuo della pianta deve ora essere messo in fermentazione per ottenere lo spirito. Gli amidi si trasformano gradualmente in zuccheri di vario tipo e poi in alcool. Si ottiene così un fermentato come lo sono il vino, la birra, il fermentato di mele, di susine, ecc. Da tutto ciò si ottiene un vino vegetale e conseguentemente lo spirito, per distillazione a temperatura controllata. La chimica moderna ci dice che l’alcool è sempre uguale, ma nonostante la struttura chimica possa confermare questa ipotesi, per lo spagyrista attento ogni anima necessita il suo spirito. L’alcool presente nella Quintessenza non è caustico come quello ottenuto con i metodi tradizionali: non è né veicolo né mera diluizione dell’olio essenziale, ma piuttosto ha un suo portato individuale mediato dalla purezza del suo stato. Il terzo passaggio prevede il recupero dei residui della fermentazione per porli in coppella e calcinarli. Si riduce così la pianta in cenere ottenendo un sale solubile e un residuo insolubile. Dopo aver mescolato tale cenere con acqua di pioggia, si procede alla filtrazione e all’evaporazione fino alla coagulazione dei sali. Finalmente (mediante qualche artificio) siamo pronti per procedere alla ricongiunzione e dinamizzazione spagyrica che può avvenire in vari modi. In generale si usa un “circolatore” come cucurbita e capitello cieco. Si pongono nella cucurbita l’olio essenziale (Zolfo) l’alcool (Mercurio) e il Sale e dopo aver posto il capitello chiuso ermeticamente si riscalda leggermente. I vapori si levano lentamente dalla cucurbita, si espandono nel capitello per condensare quando incontrano le pareti del capitello. Il vapore ridiviene liquido e discende lungo le pareti raccolto da una gronda e da un beccuccio gocciolatore. Questa circolazione, come anche altre, partecipa fortemente nella esaltazione delle proprietà biofisiche del rimedio come per la succussione nel caso dell’omeopatia. Il Macerato Glicerico ha una preparazione classica che viene rispettata in toto, con qualche piccola aggiunta. Lo spagyrista è sempre pronto ad accogliere ogni nuova possibilità per esprimere al meglio l’intelligenza archetipica della pianta in qualsiasi forma farmaceutica classica o spagyrica sia portato ad operare. Il Macerato offre l’occasione per descrivere alcune operazioni che differenziano il preparato classico da quello Spagyrico. In questa forma farmaceutica è obbligatoria la lavorazione a pianta fresca, appena raccolta. Viceversa si perdono le sostanze più importanti per un macerato. Il fatto di raccogliere e lavorare le piante fresche è un’operazione da sempre decantata dalla spagyria. Per l’operatore artigianale che produce quantità limitate è cosa fattibile. Il solvente impiegato è costituito dalle tre componenti descritte che lo spagyro tratta distintamente prima di unire. Il glicerolo di derivazione vegetale è un alcool trivalente prodotto direttamente dai vegetali stessi e facilmente estraibile. L’unica cura in questo caso è il controllo della genuinità del prodotto e della sua purezza. L’alcool impiegato è normalmente spirito di vino mineralizzato ovvero depurato mediante il sale fisso di tartaro dalla “feccia” residua (“o memoria della sua mistione vinosa”1) che rappresenta allo stesso tempo un veleno per l’organismo e una deviazione che deformerebbe l’impressione che la pianta deve lasciare all’alcool. In questo modo l’alcool risulta più attivo in fase di estrazione, non altera le sostanze con qualità specifiche proprie, risulta meno tossico per l’organismo e più penetrante e rapido nel condurre i principi attivi al bersaglio. L’acqua deve essere bidistillata. può essere distillata in vari modi e a partire da vari tipi di acqua. L’estrazione può sfruttare o no la forza dei raggi solari ed essere protratta per un mese filosofico (40 giorni) o un certo numero di lunazioni secondo il sentire dell’artista nei singoli casi. La filtrazione del macerato lascia passare le parti liquide mentre le parti solide rimangono nel filtro. Dopo essere state asciugate vengono bruciate e ridotte in cenere pura molto chiara. Tale cenere viene lisciviata per estrarre il Sale Fisso bianchissimo che viene sottoposto ad ulteriori lavorazioni personali per ciascun operatore dell’ambito Spagyrico. Si può ora mineralizzare il liquido ottenuto restituendo al fitoestratto le sue parti minerali mediante la più importante tra le operazioni spagyriche: la circolazione finale. Questa operazione che permette di unire in un legame armonioso i vari componenti, consiste in una lenta evaporazione e ricondensazione a bassa temperatura in strumenti di forme appropriate (mediante il pellicano o la cucurbita con capitello cieco). Dopo un mese filosofico il preparato assume caratteristiche organolettiche ed energetiche che potenziano ulteriormente l’effetto terapeutico allargandone gli orizzonti all’ambito psico-comportamentale, come avviene per esempio con i Fiori di Bach. Le ricerche di Luigi Vernacchia continuano attualmente avvalendosi anche dell’aiuto di vari collaboratori appassionati a tali ricerche sia in campo Vegetale che Minerale, producendo la pubblicazione di numerosi testi di Spagyria e Alchimia inediti e rari che vengono tradotti da varie lingue e soprattutto dall’Antico Gotico Tedesco. Il Laboratorio inoltre organizza da anni corsi di introduzione e formazione nell’ambito della pratica di Laboratorio Spagyrico e Alchemico.

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